giovedì 1 aprile 2010

mercoledì 24 marzo 2010

Le Etiopiche

venerdì 19 marzo 2010

Risoluzione del Parlamento europeo sull'Eritrea - 2002

P5_TA(2002)0070
Diritti dell'uomo: Eritrea
Risoluzione del Parlamento europeo sull'Eritrea
Il Parlamento europeo,
– vista la dichiarazione della Presidenza dell'Unione europea la quale esprime la sua preoccupazione per "l'incarcerazione di un certo numero di personalità conosciute, fautrici di riforme democratiche",
– vista la dichiarazione del Consiglio il quale esprime la sua preoccupazione per la deriva autoritaria del paese,

A. considerando che nel 1991, anno in cui l'Eritrea ha ottenuto l'indipendenza dall'Etiopia, il Presidente Issaias ha iniziato il suo mandato con passi incoraggianti verso la democrazia e con il proprio stile di vita modesto, ma ha poi governato il paese con un pugno di ferro non permettendo alcuna opposizione politica mentre il PFDJ (Fronte Popolare per la democrazia e la giustizia) è l'unico partito ufficiale riconosciuto dal governo,

B. ricordando che il parlamento eritreo, composto al cento per cento da deputati aderenti al PFDJ ha recentemente deciso di proibire la formazione di partiti politici nel paese,

C. preoccupato per le violazioni dei diritti umani caratterizzate tra l'altro da arresti di personalità politiche e di giornalisti,

D. preoccupato per l'arresto di alcuni oppositori eritrei, tra cui 11 ex membri del governo,

E. considerando la messa al bando della stampa indipendente e l'arresto di numerosi giornalisti avvenuto dopo il settembre 2001,

F. considerando che nel 1997 è stata adottata una costituzione che prevedeva l'istituzione delle libertà civili, ma che non è mai stata attuata,

G. deplorando che dieci anni dopo l'indipendenza il Presidente Issaias non ha ancora legittimato la sua posizione mediante il normale processo elettorale democratico e che le prime elezioni parlamentari del paese, previste per il dicembre 2001, sono state rinviate sine die per motivi di sicurezza,

H. considerando che il crescente dissenso e le sempre più vivaci critiche dell'opinione pubblica al regime hanno avuto quale conseguenza una azione repressiva da parte del governo nei confronti degli studenti nel mese di Agosto 2001 - due studenti sono morti in prigionia nel deserto - e ha raggiunto il culmine nel settembre 2001 quando il governo ha ordinato l'arresto di 11 delle 15 personalità principali del governo e dei partiti (G-15) per avere criticato apertamente il regime in una lettera diffusa in tutto il paese,

I. considerando che dal momento del loro arresto non si sa niente dei prigionieri ma che nell'Assemblea nazionale vengono attualmente discusse le accuse di tradimento nei loro confronti, essenzialmente perché le loro critiche sono state avanzate in un momento "in cui il paese doveva essere unito di fronte alla minaccia dall'Etiopia",

J. deplorando con la massima forza l'espulsione dell'ambasciatore italiano in Eritrea, Antonio Bandini, avvenuta il 28 settembre 2001 in seguito alle proteste ufficiali trasmesse al governo eritreo dagli ambasciatori della UE in merito alle suddette violazioni dei diritti umani e in particolare all'arresto delle 11 personalità del partito principale dell'Eritrea, alla messa al bando degli organi di stampa indipendenti del paese e all'arresto dei giornalisti indipendenti,

K. considerando che tutti gli Stati membri dell'UE hanno ritirato i loro ambasciatori dall'Asmara in seguito all'espulsione dell'ambasciatore italiano e che in una riunione dell'ottobre del 2001 la UE ha espresso le proprie preoccupazioni per i recenti avvenimenti in Eritrea alla luce di ciò che è stato definito una "deriva autoritaria"; considerando che quattro dei diplomatici UE (Germania, Paesi Bassi, Francia e Danimarca) nel frattempo hanno fatto ritorno all'Asmara, ma deplorando che tale ritorno non sia stato coordinato a livello UE,

L. considerando che la pace alle frontiere e all'interno del paese, il rispetto dei diritti umani e la partecipazione democratica dei cittadini alla vita politica, economica e sociale sono condizioni indispensabili per lo sviluppo economico e umano durevole,

M. considerando che la UE è il principale partner dell'Eritrea in materia di sviluppo e dovrà fornire i finanziamenti indispensabili per la ricostruzione dell'economia del paese distrutta dalla guerra,

1. condanna le violazioni dei diritti umani in Eritrea, in particolare la dura repressione esercitata sugli studenti nell'agosto 2001, nonché l'arresto degli 11 dissidenti e la messa al bando della stampa indipendente nel settembre 2001;

2. chiede la liberazione di tutti i prigionieri politici in generale e delle 11 personalità politiche in particolare, note come G-15, le quali hanno scritto una lettera aperta al Presidente dell'Eritrea con cui criticavano la sua gestione autoritaria del paese;

3. chiede la revoca della messa al bando della stampa indipendente;

4. deplora il rinvio sine die delle prime elezioni parlamentari mai tenute nel paese che erano previste per il dicembre 2001 e chiede l'abrogazione del divieto sui partiti politici, compreso il partito recentemente formato "Fronte democratico di liberazione del popolo eritreo (EPLF-ED) e chiede che venga fissata appena possibile una nuova data per le elezioni legislative che dovranno essere effettuate sotto controllo internazionale;

5. ritiene che questi abusi dei diritti umani costituiscano una flagrante violazione dei principi essenziali di cui all'articolo 9 dell'Accordo di partenariato di Cotonou e giustifichino l'immediata apertura di consultazioni a norma dell'articolo 96 dello stesso accordo;

6. condanna fermamente l'espulsione dell'ambasciatore italiano il 28 settembre 2001 e chiede il suo immediato ritorno;

7. riafferma il suo attaccamento alle libertà fondamentali e alla libertà di espressione compresa la libertà di stampa, alla libertà di associazione compresa la formazione di partiti politici, di sindacati, e di organizzazioni della società civile e al rispetto del principio dell'indipendenza della giustizia;

8. chiede l'organizzazione di una conferenza nazionale inter-eritrea con la partecipazione della varie personalità politiche e dei rappresentanti della società civile allo scopo di trovare una soluzione all'attuale crisi e di impegnare il paese sulla via della democrazia e dello sviluppo durevole;

9. invita il Consiglio e gli Stati membri della UE ad adottare un'impostazione coordinata in merito alle relazioni con l'Eritrea, a seguire strettamente l'evoluzione della situazione politica del paese e a subordinare la continuazione della cooperazione allo sviluppo della UE a progressi sostanziali in materia di diritti umani e di democratizzazione, in particolare nei settori della libertà di espressione, di stampa e di riunione e dell'effettuazione di elezioni democratiche;

10. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al governo dell'Eritrea, all'Unione africana, al Consiglio, alla Commissione, ai governi degli Stati membri e all'Assemblea parlamentare paritetica ACP-UE.

Documento originale su http://www.europarl.europa.eu

domenica 14 marzo 2010

Luoghi Sacri in Etiopia

giovedì 11 marzo 2010